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Che sentano il dovere di ricordare, penso mentre sono in una stanza bianca e c’è silenzio attorno, il silenzio dell’umanità che si finge cieca e di un’umanità che ormai le manca. Finge di non vedermi senza vestiti e senza nome, senza più una donna accanto, una moglie, una madre, un figlio a cui badare, finito a non saper neanche badare a me stesso.
Nessuno vi crederà, ci dicevano, se sopravvivrete nessuno vi crederà e non lo so se sopravvivo, se questa è una doccia, se tutti qua accanto e nudi ci guarderemo negli occhi e troveremo nell’altro un Dio che ormai ci manca.
E non lo so a che pensa quest’uomo che ho accanto, si tiene la testa, le unghie sono mangiate fino alla carne, addosso sembra non ne abbia da quanto è magro. Ho la sua costola che mi preme sul fianco, sembra di avere le costole di tutti che mi premono addosso, abbiamo il corpo fatto di spigoli.
Qua manca l’aria, il silenzio lo interrompono latrati di cani, sono atroci, strazianti, si mischiano alle urla di queste persone. Tutte urlano e non sanno contro chi urlare.
Dov’è Dio? dice qualcuno. Dio ci ha abbandonato.
Ho ai piedi un cadavere e non so se preferirebbe essere me, se vestirebbe i panni che non ho più addosso e avrebbe di nuovo il coraggio di guardare gli sguardi di questi uomini che ho attorno, persi prima ancora di perdere la vita. Se riuscirebbe a guardarli aspettare la morte e sperare ancora in una via d’uscita. Se riuscirebbe a guardarmi morire.
Qua manca l’aria eppure ora mi si annebbia la vista e vedo delle vite andare via. Un omosessuale con la colpa di amare, un disabile con la colpa di non saper camminare, sdraiato a terra, ai piedi di tutti, le dita sotto i piedi di un pazzo, che recita il rosario, che muove le mani come a passarlo tra le dita, un cristiano che mette in discussione la bontà del suo Dio.
E dov’era il loro Dio quando col sorriso sulle labbra, un cappello in testa e persone ad acclamare, annunciavano le leggi razziali. Dov’era la sua bontà?
Anzi, dov’era la cristianità tanto proclamata da quegli uomini quando hanno deciso che determinate persone non erano degne della vita che il loro Dio gli aveva donato?
Dov’era il loro amore fraterno?
Sottouomini ci chiamavano, e sotto a noi credevano ci fossero solo ossa, hanno fatto rimanere solo quelle. Non c’era più un pazzo, un omosessuale, un cristiano e un ebreo, ossa e ceneri, fumo, nient’altro.
Eppure sotto a noi c’era tutto ciò che ci rendeva uomini; un cuore, una mente, degli ideali. I nostri ideali ci hanno portato a morire, i loro ad uccidere.
Cosa c’è sotto a questi uomini, se sono uomini? Noi eravamo numeri ma loro erano macchine, accettavano un sistema del quale non si sentivano responsabili.
Che sentano il dovere di ricordare, ho pensato quando mi hanno buttato in questa stanza, e non ero solo, eravamo tutti nudi, tutti con gli sguardi persi prima ancora di perdere la vita, aspettando la morte ma sperando in una via d’uscita.
C‘è silenzio, la stanza è ancora bianca, non c’è sangue nelle pareti ma ci sono corpi a terra, centinaia, e altre centinai aspettano di entrare, di morire per una doccia.
Che sentano il dovere di ricordare, ho pensato per l’ultima volta, ho sperato fosse la memoria la nostra via d’uscita, fare sì che l’umanità non commetta lo stesso errore.


Gelido porta la memoria il vento, di Giacomo Giomi